Dic 30, 2014 Armando Manocchia Europa Commenti disabilitati su TURCHIA IN EUROPA? NO GRAZIE!
Le forza della ragione ci fa dire no e poi ancora no! Il primo e più grande errore fatto dell’Europa è stato quello di non riconoscere le nostra radici giudaico cristiane. Il secondo, probabilmente ancora più grave, sarebbe quello di consentire alla Turchia l’ingresso in Europa.
Al di là delle stesse dichiarazioni di alcuni esponenti politici turchi e ne cito uno per tutti, l’ex primo ministro Erbakan, amico e mentore di Erdogan, quando già nell’89 disse: “gli europei sono malati, daremo loro le medicine” e successivamente ebbe a dire: ”noi turchi musulmani, veniamo per assumere il controllo del vostro Paese e per mettervi radici ed inseguito costruire ciò che riteniamo appropriato e tutto questo con il vostro consenso e secondo le vostre leggi”.
Di contro rispondiamo con le parole del Card Ratrzinger quando nell’Agosto del 2004 disse: “le radici che hanno formato e permesso la formazione del’Europa sono quelle del Cristianesimo”, un mese dopo a Velletri ribadì: “storicamente e culturalmente la Turchia ha poco da spartire con l ‘Europa: perciò sarebbe un grande errore inglobarla nell’Unione Europea”. Al di là di tutto questo, le ragioni che non ci consentono di subire questo “inquinamento demografico” sono molteplici ed elencherò solo quelle che ritengo maggiormente significative: innanzitutto non sono occidentali ma sono musulmani, in tutta la Turchia oltre a tanti altri, ci sono centomila imam stipendiati dallo Stato ed una moschea ogni 350 abitanti. Oggi i turchi sono oltre 70 milioni, con il loro trend di crescita, tra poco più di dieci anni, più o meno quando di fatto avverrebbe il suo ingresso, saranno oltre 100 milioni.
Anche in Turchia il 20% della popolazione sopravvive al di sotto della soglia di povertà , un turco ogni cento, muore di fame. Questa scellerata possibilità, di un così imponente fenomeno migratorio, in relazione ad un nostro principio di libertà di libera circolazione, riverserebbe in Europa milioni di lavoratori che favorirebbero un’impennata della spesa sociale, oltre a diminuire la produttività, l’occupazione e qualità della manodopera.
Secondo il Parlamento Europeo in una risoluzione di dieci anni fa, accettarne l’adesione in Europa “sarebbe un importante contributo allo sviluppo, alla pace ed alla sicurezza dell’Europa”. Sulla stessa linea il nostro Premier, il quale secondo me, dovrebbe si farne un “partner privilegiato”, ma sia lui che il Parlamento europeo, non tengono conto del nuovo Trattato costituzionale, il quale attribuisce agli Stati Membri, un peso politico proporzionale a quello demografico. In poche parole, come prevede la Costituzione, avrebbe il numero massimo di eurodeputati , ben 96 e diverrebbe cruciale in ogni singola decisione.
‘Dagli errori si deve imparare e la ripetizioni degli stessi errori è follia’. In seno all’Onu, oggi con l’ingresso della Lega Araba, l’OCI, l’Organizzazione della Conferenza Islamica che controlla 130 Paesi Islamici e che a loro volta tutti insieme sono 192 Paesi , fanno si che controllano e gestiscono l’Onu e mettono limiti alla nostra Libertà e soprattutto alla nostra Libertà di espressione. Non possiamo non tenere in seria considerazione che in Turchia, non vige un democrazia nel senso occidentale del termine. Come ampiamente documentato da Organizzazioni per i Diritti Umani la carcerazione politica e dei giornalisti è una prassi, i delitti d’onore anche. Se si esclude Istanbul, più del 50% delle donne turche vivono in un clima familiare di terrore, vengono picchiate, stuprate e in diversi casi persino uccise e purtroppo negli ultimi anni molte vengono costrette a suicidarsi. Nessuna donna conosce il marito prima di sposarsi. La stessa Commissione Europea confermò che la Libertà di espressione in Turchia non è affatto garantita. Sono infatti innumerevoli le condanne inflittegli dalla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo di Strasburgo.
Non possiamo tralasciare la vergognosa discriminazione contro i Cristiani che oltre ad essere perseguitati sono esclusi dall’accesso alle funzioni pubbliche, Parlamento compreso. Addirittura alla Chiesa Cattolica, non è consentito costruire nuove Chiese, e neanche ristrutturare le vecchie. Non è permesso aprire seminari, o possedere e gestire proprie istituzioni scolastiche o sociali. Volete ancora la Turchia in Europa?
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